Cos'è?
martedì 11 e mercoledì 12 febbraio
Sergio Rubini, Daniele Russo
IL CASO JEKYLL
tratto da Robert Louis Stevenson
adattamento Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini
regia Sergio Rubini
scene Gregorio Botta
costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
progetto sonoro Alessio Foglia
produzione Fondazione Teatro Di Napoli - Teatro Bellini/Marche Teatro/Teatro Stabile di Bolzano
Quando Stevenson scrive Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Londra è una città povera, fumosa e pericolosa. L’ideale per lasciarsi contagiare dal noir e dal thriller. Ne Il caso Jekyll ci siamo svincolati dallo “strano”, dal tema filosofico del doppio, del confine tra il bene e il male, dal faustiano “andar contro le leggi divine”, temi di cui a prescindere è intrisa la materia, per dirigerci in un percorso investigativo, che accompagna per mano lo spettatore negli inferi, per farlo sbirciare nel mistero e nel terrore di una true crime story. Ci sono tutti gli elementi, ci si chiede “come sono andati i fatti?”. Ci sono delitti, c’è un investigatore a cui nessuno ha chiesto di investigare, che sprofonda in un caso prefreudiano di duplicazione delle personalità. Lo spettatore ha un vantaggio sull’investigatore, conosce i fatti, è lui il protagonista, colleziona i dettagli, esamina i dati e le ricostruzioni puntuali. Durante lo spettacolo poniamo degli interrogativi, il pubblico interpreta e cerca di comprendere la mente criminale, scopre la scena del crimine, alla ricerca di un senso. Assassini si nasce o si diventa? Quali sono i fattori che hanno portato Jekyll a scegliere di liberarsi e di liberare Hyde “che fin nel grembo tormentoso della coscienza questi gemelli antitetici dovessero essere in perenne tenzione. Come fare, allora, a separarli?". Chi ha deciso di uccidere? Jekyll il buono o il malefico Hyde? Questa è la storia “di un’anima immonda che si manifesta al di fuori del bozzolo che la contiene”.